- Dopo la raccolta di 3300 firme per una petizione che fermasse il termovalorizzatore da 84000 t/a;
- dopo la raccolta di 1500 firme che chiedevano di avviare la raccolta dell’umido;
- dopo la raccolta di 11000 firme per uno studio autorevole ed indipendente che permettesse di scegliere con cognizione di causa se puntare sul trattamento a caldo o su quello a freddo;
- dopo il referendum che ha bocciato il pirogassificatore da 64000 t/a;
- dopo i lavori della Commissione Speciale per decidere le modalità del trattamento a freddo;
- dopo lo studio di prefattibilità di Valeco;
- dopo l’approvazione unanime da parte del Consiglio regionale degli indirizzi del nuovo piano di gestione;
- dopo che il centro di Brissogne è divenuto inadeguato a trattare i rifiuti da mettere in una discarica che tra l’altro è prossima all’esaurimento;
- dopo che il problema dei rifiuti valdostani è stato sviscerato ed analizzato da tutti i punti di vista da decine di tecnici ed esperti in occasione di audizioni, comizi e convegni;
- dopo che molti Consiglieri regionali e l'Assessorato hanno potuto vedere con i loro occhi le esperienze virtuose fuori Valle;
NON CI SONO PIÙ SCUSE
è arrivato il momento di dar corso alla volontà dei cittadini valdostani facendo le cose bene e nel modo giusto!
In questi anni di mobilitazione e di confronto abbiamo imparato che la cosa giusta per la conservazione dell’ambiente e delle risorse naturali, per il contenimento dell’inquinamento globale e locale, per la creazione di posti di lavoro e per la riduzione dei costi che i cittadini devono sostenere è intraprendere la strada verso Rifiuti Zero. Contrariamente a quello che dicono gli speculatori non si tratta di un sogno irrealizzabile ma semplicemente dell’unico percorso possibile.
Il nuovo piano di gestione dei rifiuti che i cittadini valdostani vogliono deve prevedere:
- la separazione all’origine della frazione organica per produrre compost di qualità.
I rifiuti organici devono essere trattati in loco incentivando il compostaggio domestico e/o quello collettivo di prossimità; - la raccolta porta a porta dei rifiuti deve essere attuata in tutti gli agglomerati urbani facilmente raggiungibili.
- un sistema di identificazione delle utenze che consenta l’applicazione di tariffe personalizzate basate sulla quantità di rifiuti indifferenziati effettivamente prodotti;
- la creazione di un circolo virtuoso che spinga chi gestisce la raccolta, a massimizzare i profitti provenienti dal riciclo minimizzando le spese di smaltimento; a tal fine chiediamo che i subATO gestiscano tutto il flusso dei rifiuti differenziati, dalla raccolta alla consegna degli stessi alle piattaforme CONAI. Valeco dovrebbe occuparsi esclusivamente dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati.
Per ragioni di opportunità economica ed occupazionale la Valle d’Aosta dovrebbe dotarsi di un centro di raccolta e pre-trattamento dei rifiuti differenziati convenzionato con il CONAI. Al fine di contenere la movimentazione dei materiali differenziati che dovranno essere riciclati fuori regione, il centro dovrebbe essere posizionato allo sbocco della valle. In tale zona sono disponibili anche strutture industriali dismesse e manodopera disoccupata che potrebbero essere proficuamente utilizzati nella nuova attività. La prossimità con il confine regionale potrebbe essere sfruttata per ampliare il bacino servito dall’impianto ai comuni del Canavese. - la gestione della discarica di Brissogne deve essere pubblica al 100% e deve essere governata nel rispetto della legge e nell’esclusivo interesse della comunità;
- la riorganizzazione degli attuali 9 subATO in un'unica autorità d’ambito. Ciò, oltre a consentire un considerevole risparmio di risorse permetterà anche di razionalizzare i servizi e di uniformare le tariffe.
I nostri amministratori devono sapere che, indipendentemente dalle decisioni che vorranno prendere, il parametro che adotteremo per valutare le loro scelte, oltre all'effettiva virtuosità del piano, sarà la tariffa che gli utenti valdostani dovranno pagare.
Se la tariffa sarà in linea con quelle in essere nelle realtà montane virtuose del Trentino, dell’Alto Adige e del Veneto, avranno tutto il nostro appoggio, in caso contrario non accetteremo scuse e chiederemo loro conto di quello che hanno fatto o omesso.
Il Comitato Si può fare
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