martedì 3 novembre 2015

La fantastica storia di Giulio Re

Giulio Re era un importante amministratore di condomini. Era conosciuto per la sua laboriosità ed efficienza ma, secondo alcuni inquilini, era un po’ troppo autoritario e decisionista.

Un giorno di alcuni anni fa, il Dott. Re decise che era giunto il momento di cambiare la vecchia centrale termica a gasolio che serviva il gruppo di fabbricati che amministrava, il condominio Nuova Speranza. Si rivolse, per avere consiglio, a degli amici fidati che gli suggerirono di rivolgersi ad un ditta che era in grado di offrire una caldaia molto avanzata, che prometteva prestazioni eccezionali. Il prezzo era un po’alto, ma vista l’eccezionalità del prodotto, il Dott. Re decise, in quattro e quattr’otto, che quella era la caldaia che faceva per lui.

La maggior parte dei condomini accettò senza discutere la scelta fatta dal Dott. Re. La nuova caldaia era costosa, ma visto l’entusiasmo con cui ne parlava il Dott. Re, per evitare di scontrarsi con il suo “caratterino” autoritario e per il buon vivere, pochi avevano avuto il coraggio di obbiettare.

Se non fosse stato per un piccolo gruppo di inquilini impiccioni, fissati di volere “salvare l mondo” tutto sarebbe filato liscio, ma...

Gli impiccioni cominciarono a chiedere in giro. Qualcuno cominciò fare ricerche su internet per vedere se effettivamente la caldaia proposta dal Dott. Re fosse davvero affidabile e sicura. Si scoprì che la tecnologia che adottava non era così sperimentata ed affidabile come voleva far credere il Dottore.

Il dubbio cominciò a serpeggiare. Alcuni degli Impiccioni arrivarono a chiedere aiuto a dei professionisti che, fatti due conti, dissero che la “caldaia del Re” era costosa anche perché sovradimensionata.
 
Se si fosse fatto un intervento di ristrutturazione energetica dei fabbricati e sui tetti si fossero messi pannelli solari e fotovoltaici, la centrale termica avrebbe potuto essere molto più piccola, la spesa iniziale sarebbe stata circa la stessa ma si sarebbero contenuti in modo definitivo i consumi di metano e l’inquinamento.

Gli Impiccioni cominciarono a visitare i condomini proponendo loro di firmare una lettera in cui si chiedeva al Re di aspettare a perfezionare il contratto di affidamento dei lavori per poter mettere a confronto il sistema di riscaldamento basato sulla “caldaia del Re” con uno basato su una caldaia tradizionale, molto più piccola perché dimensionata sulle necessità energetiche dei loro fabbricati dopo la ristrutturazione.

Il Re, che era un decisionista, quando vide la lettera, disse ai condomini che il suo sistema era il migliore, che gli Impiccioni erano degli sprovveduti male informati e che il suo progetto sarebbe andato avanti come stabilito.

Gli Impiccioni, offesi per non essere stati presi neppure in considerazione, anziché rassegnarsi andarono a leggere lo statuto del condominio per vedere se vi fosse un modo per obbligare il Re a dar loro retta. Scoprirono che il 5% dei condomini potevano convocare una Assemblea di Condominio che, se fossero stati presenti almeno il 45% dei proprietari, avrebbe potuto decidere quale sistema adottare in barba a quel prepotente del Dott. Re.

Gli impiccioni ritornarono a visitare i condomini, ormai si erano fatti una cultura in materia di riscaldamento e di ristrutturazioni energetiche e non fu per loro difficile convincere ben più del 5% di loro a firmare la lettera di convocazione dell’Assemblea.
Alcuni inquilini, i più influenti perché proprietari di più di un appartamento, rinnovarono l’invito al Dott. Re di aspettare il pronunciamento dell’Assemblea prima di firmare il contratto che, nel frattempo, era già stato preparato.
Le imprese incaricate di fare i lavori avrebbero di certo chiesto un risarcimento se l’Assemblea avesse bocciato il progetto. Il Dott. Re, senza pensarci due volte, disse che non c’era un piano B. Il suo progetto sarebbe stato certamente realizzato perché, alla fine, la maggioranza dei condomini gli avrebbe dato retta e non sarebbe andati all’Assemblea impedendo il raggiungimento del quorum.

Contro tutte le aspettative l’Assemblea raggiunse il quorum e la stragrande maggioranza dei condomini presenti bocciò il progetto del Dott. Re.

Il Dott. Re non si perse d’animo, fece buon viso a cattiva sorte e finse di accettare la volontà della maggioranza. In realtà cominciò a fare melina ritardando con tutte le scuse la progettazione degli interventi di ristrutturazione chiesti dagli inquilini. Il Dott. Re rassicurò gli amici: Lui avrebbe trovato il modo per riprendere il controllo della situazione.

Lui era amico del Sindaco, Lo avrebbe convinto a cambiare il piano regolatore rendendo obbligatorio l’uso della Sua caldaia. Il Sindaco spiegò al Dott. Re che, anche con tutta la buona volontà, il massimo che poteva fare era emanare una ordinanza che diceva che chiunque avesse voluto avrebbe potuto installare la caldaia tipo Re, ma che non poteva imporla perché sarebbe stato contro il diritto di proprietà ed il libero mercato.

Il Dott. Re messo alle strette dagli inquilini, alla fine dovette assegnare ad uno Studio di Progettisti suoi amici la predisposizione di un progetto di ristrutturazione che, almeno apparentemente, avrebbe dovuto rispettare la volontà dell’Assemblea dei condomini. Nonostante i ritardi e il rallentamento dei tempi di realizzazione dei lavori, i primi interventi dimostrarono che la ristrutturazione voluta dagli Impiccioni poteva dare buoni risultati riducendo consumi e spese.

Il Dott. Re era amareggiato, ne andava della sua credibilità, non poteva deludere gli amici che lo avevano così bene consigliato. Quelle povere ditte che si erano sbattute per progettare il suo sistema di riscaldamento non dovevano rimetterci. D’accordo con loro decise di fare ricorso ad una Importante Agenzia di Recupero Crediti che avrebbe ingiunto al condominio Nuova Speranza di far iniziare i lavori per la nuova centrale termica, se ciò non fosse avvenuto, i condomini avrebbero dovuto pagare un indennizzo pari al 10% dell’intero importo dei lavori.

La lettera di ingiunzione, in qualità di Amministratore, fu indirizzata al Dott.Re che si premurò di rigirarla immediatamente, per conoscenza, ai condomini. I condomini, preoccupati di dover affrontare inutili spese, anziché cedere alle minacce dell’Agenzia, come sperava il Re, andarono a chiedere aiuto agli Impiccioni.

Secondo quegli sfrontati non era accettabile né costruire una nuova caldaia che, in seguito ai lavori di ristrutturazione dei fabbricati, sarebbe stata ancora più sovradimensionata, né pagare un indennizzo milionario.

Gli Impiccioni rassicurarono i condomini: c’erano le prove che il Re aveva stipulato il contratto della mega caldaia dopo che l’Assemblea era stata convocata. Se il condominio Nuova Speranza avessero fatto causa aveva buone probabilità di vincerla. Era evidente, infatti, che i problemi li aveva creati l’Amministratore che, trascurando le più elementari norme di educazione e di prudenza, aveva firmato il contratto senza aspettare le decisioni dell’Assemblea.

Il Giudice diede ragione ai condomini e il Dott. Giulio Re dovette pagare un mega risarcimento alle ditte amiche dei suoi “amici”. I condomini, che avevano capito la lezione, convocarono una nuova Assemblea che, a stragrande maggioranza, decise di licenziare il Dott. Re. Da allora in poi i conti del condominio Nuova Speranza furono controllati da un comitato di inquilini. 


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