A cura di Gabriele Scattolin, dottore Agronomo.
Prima di affrontare le modalità
di produzione del compost è utile comprendere come la legislazione definisce
tale materia.
Il compost si inserisce a pieno
titolo nella normativa che disciplina i fertilizzanti (Decreto Legislativo 29
aprile 2010, n.75) il quale fornisce le definizioni delle varie tipologie di
prodotti utilizzabili in agricoltura.
Si deve intanto distinguere tra
“concimi” ed “ammendanti”. I primi forniscono gli elementi nutritivi di base
necessari per la crescita della vegetazione (azoto, fosforo e potassio), i
secondi non forniscono direttamente gli elementi nutritivi, ma favoriscono il
crearsi delle condizioni ottimali nel terreno per utilizzare al meglio gli
elementi nutritivi.
Di seguito si riportano le
definizioni tratte dal D. Lgs. 75/2010.
«concimi»: prodotti la
cui funzione principale e' fornire elementi nutritivi alle piante
«concime organico»: un
concime derivato da materiali organici di origine animale o vegetale,
costituito da composti organici ai quali gli elementi principali della
fertilità sono chimicamente legati in forma organica o comunque fanno parte
integrante della matrice
«ammendanti»: i materiali
da aggiungere al suolo in situ, principalmente per conservarne o
migliorarne le caratteristiche fisiche o chimiche o l'attività biologica,
disgiuntamente o unitamente tra loro
E’ interessante, per comprendere meglio la differenza tra
concime ed ammendante, che il Letame
essiccato (Prodotto ottenuto dall'essiccamento
e trasformazione di deiezioni animali con o senza lettiera) è considerato
un concime, mentre il Letame (Deiezioni
animali eventualmente miscelate alla lettiera o comunque a materiali vegetali, al fine di migliorarne le
caratteristiche fisiche - Umidità: 30% massimo) è considerato un ammendante.
Il compost è considerato un ammendante.
Vediamo ora di seguito quali sono le tipologie di compost, o
meglio di Ammendante compostato, definite dalla normativa:
- Ammendante compostato verde[1]
Prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di
trasformazione e stabilizzazione di rifiuti organici che possono essere
costituiti da:
- scarti di manutenzione del verde ornamentale
- altri materiali vegetali (sanse vergini disoleate o meno, od esauste)
- residui delle colture
- altri rifiuti di origine vegetale
- scarti di manutenzione del verde ornamentale
- altri materiali vegetali (sanse vergini disoleate o meno, od esauste)
- residui delle colture
- altri rifiuti di origine vegetale
- Ammendante compostato misto[2]
Prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di
trasformazione e stabilizzazione di rifiuti organici che possono essere
costituiti da:
- frazione organica dei Rifiuti Urbani proveniente da raccolta differenziata
- digestato da trattamento anaerobico (con esclusione di quello proveniente dal trattamento di rifiuto indifferenziato)
- rifiuti di origine animale compresi liquami zootecnici
- rifiuti di attività agroindustriali e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati
- matrici previste per l'ammendante compostato verde
- frazione organica dei Rifiuti Urbani proveniente da raccolta differenziata
- digestato da trattamento anaerobico (con esclusione di quello proveniente dal trattamento di rifiuto indifferenziato)
- rifiuti di origine animale compresi liquami zootecnici
- rifiuti di attività agroindustriali e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati
- matrici previste per l'ammendante compostato verde
- Ammendante torboso composto[3]
Prodotto ottenuto per miscela di torba con ammendante
compostato verde e/o ammendante compostato misto e/o ammendante compostato con
fanghi
- Ammendante compostato con fanghi[4]
Prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di
trasformazione e stabilizzazione di reflui e fanghi nonché dalle matrici
previste per l'ammendante compostato misto
Dalle definizioni sopra riportate sicuramente molto importante è l’esclusione del digestato anaerobico proveniente dal trattamento del rifiuto indifferenziato, della possibilità di entrare nel ciclo del recupero della sostanza organica.
Per questo motivo infatti, secondo lo schema proposto da Valeco, il prodotto della digestione anaerobica dell’organico ottenuto dalla raccolta non differenziata (digestione anaerobica delle biocelle) finisce tutto per forza in discarica.
Dalle definizioni sopra riportate sicuramente molto importante è l’esclusione del digestato anaerobico proveniente dal trattamento del rifiuto indifferenziato, della possibilità di entrare nel ciclo del recupero della sostanza organica.
Per questo motivo infatti, secondo lo schema proposto da Valeco, il prodotto della digestione anaerobica dell’organico ottenuto dalla raccolta non differenziata (digestione anaerobica delle biocelle) finisce tutto per forza in discarica.
Ricordiamo inoltre a tutti, l'assemblea plenaria del comitato, prevista per il 4 aprile all'Espace Populaire alle 20.30.
Nessun commento:
Posta un commento